Blog MELAS Serramenti in Sardegna
Porte e finestre: STREET ART| Usci e Gelosie
L'arte che guardiamo è fatta solo da pochi eletti.Un piccolo gruppo crea, promuove, acquista, mostra e decide il successo dell'Arte.
Solo poche centinaia di persone nel mondo hanno realmente voce in capitolo.
Quando vai in una galleria d'arte sei semplicemente un turista
che guarda la bacheca dei trofei di un ristretto numero di milionari.
Banksy
Porte e finestre Street Art | Usci e Gelosie. Le mie foto di porte e finestre 'Street Art' in:
Italia, Stati uniti, Cuba, Giappone, Uruguay, Argentina.
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Com’erano le porte e le finestre nel medioevo? E in oriente? Che funzione avevano?
Da dove vengono le parole ‘veneziana’ ‘persiana’ ‘saracinesca’ ‘gelosia’?
Che rapporto avevamo con le ‘aperture’ e le ‘chiusure’ delle nostre case?
E in quale epoca questo ha cominciato a somigliare a quello attuale?
Perché abbiamo chiamato questo blog Usci e Gelosie?
Ce lo spiega un racconto suggestivo “Da Persiane e Veneziane” tratto da un libro di Alessandro Vanoli, Storie di parole arabe.
Per quel che ne sappiamo, siamo più o meno nel XV secolo quando nella penisola italiana cominciano a circolare chiusure di finestre costruite con telai mobili e stecche inclinate; chiusure, insomma, che permettono di guardare dall'interno senza essere visti all'esterno.
Le chiamano gelosie e finiscono presto a far bella mostra di sé in edifici e palazzi importanti.
Vasari, ad esempio, ricorda di come per le finestre del palazzo dei Medici, Michelangelo ordinasse all'orefice Piloto delle «gelosie di rame straforato, che son certo cosa mirabile».
A che cosa servissero, a quel tempo era assolutamente chiaro: nel 1588, il gesuita Giovan Pietro Maffei, nella sua Historia delle Indie orientali, aveva scritto (parlando a onor del vero delle donne cinesi) che «le nobili matrone, acciocché possano vedere senza essere vedute, hanno delle bande alcune finestrette o gelosie fatte d'avorio».
Che le gelosie fossero cose da orientali era piuttosto noto. A fine XVII secolo, anzi, il viaggiatore napoletano (in realtà originario di Radicena) Giovanni Francesco Gemelli Careri specificava ancor meglio: «I persiani hanno gran piacere di tener molte porte aperte, e le finestre custodite di gelosie di legno o di pietra, con de' vetri, tramischiati di vari colori, acciò le femmine veggano e non siano vedute».
Da dove esattamente venisse la parola non è poi così chiaro.
Per lo più si tende a pensare che derivi da «geloso» e cioè dunque dall'attitudine dell'uomo di fronte alla donna posta alla finestra (in questo senso dunque deriverebbe dal latino tardo zelosum, cioè «pieno di zelo»).
Qualcuno sostiene che invece abbia a che vedere col verbo celare (simile in italiano, francese e spagnolo).
In ogni caso, quel che è certo è che la parola si diffuse rapida.
Nel veneziano zelosia o nel genovese gioxìa, nel francese jalousie e nello spagnolo celosía.